Chi ha ucciso la mucca

Un bramino di nome Hiralal che aveva un bel giardino.
Ne era molto fiero, perché l'aveva realizzato da solo.
Ogni giorno vi lavorava parecchie ore.
Strappava tutte le erbacce, bagnava gli alberi e le piante
e piantava nuovi filari, i fiori vi sbocciavano tutto l'anno.
Quando capitava un visitatore, Hiralal glielo mostrava
con gran piacere."Vede le mie rose?"
diceva: "Ne avete mai viste di così belle?
Devo lavorare molto duramente per ottenere dei boccioli così perfetti"
l'ingresso al suo giardino avveniva attraverso una  piccola porta
che era sempre accuratamente chiusa, ogni tanto tuttavia
l'ingresso rimaneva accidentalmente aperto.
Una volta una gatta entrò e andò a dormire su un cespuglio di fiori.
I fiori si sciuparono, e Hiralal era estremamente arrabbiato.
Afferrò un bastone e si avventò sulla gatta, ma essa saltò
su un albero e sparì oltre il muro.Un altro giorno
mentre Hiralal stava lavorando all'altro lato del giardino
tre bambini aprirono l'ingresso ed entrarono, stavano
raccogliendo dei fiori, quando Hiralal li scorse.
Con un ruggito prese il suo bastone e si buttò su di loro.
I ragazzini scapparono e Hiralal non riuscì a prenderli.
"Vi darò una bella lezione quando vi prenderò"
urlava, ma ormai i fanciulli erano fuggiti lontano.
Pochi giorni dopo un babbuino riuscì a trovare un varco
per entrare nel giardino e fece molti danni.
Mentre Hiralal stava scacciando la scimmia, entrò un cane
e cominciò a scavare un buco. Il cane scappò non appena vide
arrivare il bramino ed egli non poté far altro che inveire.
Un mattino, verso mezzogiorno, successe una cosa terribile.
L'ingresso venne spalancato da una folata di vento e una mucca
penetrò nel giardino, Hiralal stava dormendo sotto un albero
e prima che si alzasse la mucca aveva mangiato tutte le
foglie di svariati arbusti. Quando Hiralal si rese conto di ciò che era
successo, diventò furioso.Quella volta, tuttavia, non si mise a urlare.
Prese il suo bastone e si precipitò verso la mucca e cominciò a
picchiarla più forte che poté.La mucca venne colta completamente
di sorpresa perché nessuno l'aveva battuta fino ad allora.
Essa rimase così confusa che non riuscì a fuggire.
Semplicemente si accucciò.
Hiralal continuò a picchiarla, e il suo bastone scese giù,
giù, giù, ed egli diventò sempre più infuriato.
La gatta é scappata, i ragazzini sono scappati
così fece la scimmia e il cane, urlò Hiralal.
"Ma tu prendi questo, questo e questo".Con furia terribile
batté la mucca più forte che poté. Improvvisamente Hiralal si rese
conto che la mucca era morta. La fissò con orrore."Che cosa ho fatto?",
si disse. "Ho ucciso una mucca! Io, un bramino! Che cosa terribile ho fatto!
Cosa dirà la gente?"Hiralial si sedette e cominciò a pensare come salvarsi.
Come nascondere il corpo della mucca in modo che nessuno sappia?
La prima cosa da fare, decise, era quella di nascondere il corpo
dietro i cespugli al limite del giardino. Poi, di notte, quando non ci fosse
nessuno in giro, avrebbe potuto scavare una grande buca per seppellirla.
Hiralial trascinò il corpo della mucca fino al limite del giardino e l'abbandonò
tra i cespugli. Si sentiva triste e molto preoccupato, così si sedette per riposare.

"Per un bramino é un peccato molto grave uccidere una mucca", pensò tra sé.
Non volevo ucciderla, ma ero così arrabbiato che non mi accorgevo
di cosa facessero le mie mani.
Nelle scritture è detto che che Indra è il dio che guida le mani.
E' per il suo potere che esse agiscono.
Hiralal cominciò ad essere meno spaventato, mentre pensava a Indra.
"E' così", si disse, "In verità è stato Indra ad uccidere la mucca.
La mia mano reggeva solo il bastone.
La forza per picchiare la mucca venne da Indra, non da me.
Non c'é nulla di cui mi devo preoccupare, dopo tutto".
A quel punto Hiralal si sentì così sollevato che balzò
in piedi e cominciò a lavorare nel giardino.
In cielo, Indra vide quel che aveva fatto Hiralal e udì tutto
quello che si era detto."Questo non va", pensò Indra.
Un poco più tardi quella sera, mentre Hiralal stava innaffiando il giardino
rimase compiaciuto nel vedere un vecchietto gentile dirigersi verso di lui
"Oh, che meraviglioso giardino", disse il vecchietto
"che bei fiori, che alberi piacevoli! Chi ha fatto questo giardino?"
"L'ho fatto tutto da solo", replicò Hiralal, fiero.
"Ho dovuto lavorare duramente in tutti questi anni".
Veramente?", rispose il vecchietto.
"L'avete fatto tutto da solo? Nessuno vi ha aiutato?"
"No", disse il  bramino, "non mi ha aiutato nessuno.
Ho fatto tutto questo lavoro con le mie sole due mani.
Venite, signore, vi mostrerò il giardino".
Hiralal e il vecchio passeggiarono insieme per il giardino.

"Mi auguro che non veda la mucca morta", pensò Hiralal tra sé
"devo cercarlo di tenerlo lontano dai cespugli".
L'uomo ammirò  uno dopo l'altro e tutte le piante di fiori e  gli alberi.
Poi arrivarono alle rose. Fu d'accordo nel dire che le rose erano perfette.
"Bene, questo è tutto quello che avevo da mostrarvi"
disse Hiralal."Ma ditemi qualcosa di quei cespugli laggiù",
continuò il vegliardo e si diresse rapidamente verso di essi e Hiralal
dovette seguirlo. Improvvisamente, l'uomo vide la mucca uccisa.
"Povero me! Una mucca morta", disse il vecchietto.
"Che tristezza! Ma sembra anche che sia stata picchiata.
Che cosa terribile.Una mucca battuta a morte! Chi ha fatto questo?"
Il vecchio guardò intensamente Hiralal, ed egli non seppe che dire.
Giunse le mani e rimase in silenzio.
"Chi la uccise?", ripeté il vecchio con voce ferma.
Allora Hiralal si ricordò dell'idea che ebbe nel pomeriggio.
"E' stato Indra", disse. "Indra uccise la mucca".
"Cosa volete dire?" chiese il vecchio.
"Come ha potuto Indra uccidere la mucca?"
"Non sapete", replicò Hiralal, "che Indra è il dio che guida le mani? 
le mie mani hanno brandito il bastone, questo è vero.
La mucca stava mangiando tutte le mie foglie, vedete, ho dovuto picchiarla.
Ma le mani agiscono in virtù della potenza di Indra, così il peccato
dell'uccisione della mucca è di Indra, non mio".
"Io sono Indra!", urlò il vecchietto
e mentre lo pronunciava la sua forma si mutò e apparve Indra
con un aspetto estremamente arrabbiato.
E' così!", disse Indra, "Indra uccise la mucca, non è vero?

Il peccato è di Indra, eh?
Quando ti chiesi chi aveva realizzato il giardino, mi dicesti che eri stato tu.
Mi hai detto chiaramente che hai fatto tutto con le tue mani.
Non è così?"Hiralal giunse le mani pieno di vergogna.
"Sì, Signore", rispose.
"Così il bene che fanno le tue mani è tuo, ma il male che commettono è mio.
Questa è la tua idea, non è vero?", disse Indra.
Hiralal non trovò nulla da rispondere.
"Non sbagliarti", tuonò Indra.
"Tu hai ucciso la mucca, Hiralal.
Il peccato è tuo.
IL PECCATO E' TUO!
"Con quelle parole Indra improvvisamente svanì"

Le sette giare
Un uomo di nome Odiva che lavorava come consigliere del re
passeggiava nel bosco vicino a casa e si sedette sotto un albero 
e in quell'istante sentì una voce :"Odiva, Odiva", chiamò la voce.
"Vuoi diventare ricco ? Vuoi dell'oro?""Sì, sì", urlò Odiva. "E' così!
Voglio diventare ricco! Voglio dell'oro!""Quanto oro vuoi?"
chiese la voce. "Vanno bene le sette giare d'oro ?"
"Sì, sì", urlò Odiva. "sette giare vanno bene!
"Va bene", replicò la voce.

"Vai a casa Odiva, troverai le sette giare che ti aspettano".
L'uomo saltò in piedi e corse a casa."Sarà vero?"si chiedeva.
"Forse stavo solo sognando. Sette giare d'oro. Ma pensaci!"
Odiva correva verso casa."Moglie, moglie", chiamò, appena giunse a casa.
La donna si affrettò verso la porta. Sorrideva felice.
"Moglie, hai visto qualcosa?", le chiese."Vieni a vedere!" le rispose.
Lo accompagnò nella stanza.Sì, sul pavimento c'erano sette giare!
"Sai cosa c'è nelle giare, moglie?", le chiese."Oro, mio caro.
Oro! Ora ti faccio vedere!" Odiva  prese la prima giara e sollevò
il coperchio, era pieno d'oro."Vedi moglie?", esclamò Odiva.
"Ora siamo ricchi. Abbiamo sette giare piene d'oro!

"Sentendosi felice ed eccitato, Odiva cominciò a ballare per la stanza.
Sua moglie  seduta sul pavimento, cominciò a sollevare i coperchi
delle giareuna per una, per vedere l'oro che vi era contenuto.
"Uno, due, tre, quattrocinque, sei", contava mentre apriva i coperchi.

"Sono piene d'oro. Che meraviglia!
"Quando aprì la settima giara, emise un'esclamazione  di sorpresa.
L'ultima giara era mezza vuota."Questa è mezza vuota!" esclamò.
"Cosa?", esclamò Odiva. "Come mai questa giara è mezza vuota?
"Odiva e la moglie osservavano tristemente le sette giare.
"Bene, bene, non si può far nulla, credo", disse Odiva alla fine.
"Ma perché dovremmo tenerla mezza vuota, moglie?
Riempiamola così sarà come le altre"."Riempirla?", disse sua moglie.
"Con cosa la riempiremo?""Come, con dell'oro, naturalmente"
rispose Odiva,"Dove troveremo abbastanza oro?", ella replicò.
"Bene, risparmieremo di più", disse il marito.
"E inoltre ci sono i tuoi gioielli  d'oro, potremo cominciare con quelli.
" Quando avremo sette giarre piene d'oro saremo ricchissimi
e te ne comprerò molto più belli di questi che hai".
Così, Odiva portò i gioielli della moglie dall'orefice.
Questi li fuse in lingotti ed Odiva li ripose nella settima giara.
E si misero a riempire la giarra il tempo passava

tuttavia la giara non era completamente piena.
"Non spendere così tanti soldi, donna", le diceva Odiva.
"Mangiamo troppo.
Compra meno cibo. Così risparmieremo più denaro!
"La coppia cominciò a mangiare sempre di meno.
Entrambi diventarono magri e sciupati.
Il re si accorse che il suo consigliere era diventato
molto magro e sembrava sempre preoccupato.
"Qual è il tuo problema, barbiere?", un giorno gli chiese il re.
"Perché in questi giorni sei sempre così triste? Sei anche molto dimagrito.
Sei malato?""No, no, vostra maestà", replicò Odiva "Non sono malato.
Sono preoccupato per i soldi, ecco tutto"."Vedo", rispose il re.
"Ti servono più soldi?""Sì, ecco cosa ho bisogno, più soldi"disse Odiva
"Bene, disse il re, ti raddoppio lo stipendio, va bene?"
"Oh sì, grazie Vostra maestà", esclamo Odiva con gioia.
"Adesso tutto andrà per il meglio, Odiva cominciò a risparmiare sempre
più soldi, egli acquistò sempre nuovo oro, ma la giara non si riempiva mai.
"Compra meno cibo - disse Odiva alla moglie - come possiamo
comprare più oro se spendi così tanto per mangiare?
"Il re notò che Odiva continuava ad apparire triste e preoccupato.
"Odiva"esordì,  il re un giorno, "ti ho raddoppiato lo stipendio ma tu sembri
sempre preoccupato, diventi sempre più magro, qual è il motivo?"
Odiva non sapeva cosa dire.
Come poteva spiegare al re che voleva oro, sempre più oro, null'altro che oro?"
Egli non aveva fatto parola a nessuno delle sette giare.

Improvvisamente il re parlò ancora. 
"So cosa ti succede", urlò il re.
"Sono le sette giare. Hai ricevuto le sette giare, non è vero?
"Odiva rimase attonito."Come - come lo sapete Vostra maestà?"gli chiese.
Il re rise. "Lo so - rispose - perché anche a me sono state offerte una volta.
In un bosco mi sedetti sotto un'albero e una voce mi ofri sette giarre d'oro".
"Non le avete accettate, allora?" gli chiese Odiva.
"Sì, le ho accettate", rispose il re
"ma mi sono accorto immediatamente che qualcosa non andava.
La voce mi offrì sette giarre piene d'oro, ma trovai
che la settima era piena a metà"."E' così", esclamò Odiva
"la settima giara era mezza vuota".
"Così tornai dalla voce nell'albero continuò il re, la settima giara è mezza vuota"
dissi. "Va bene"replicò la voce, "la settima giara è sempre mezza vuota".
"Cosa successe allora?", domandò Odiva.
il re continuò, "chiesi alla voce se l'oro poteva essere speso o conservato
nei contenitori"."E cosa rispose?", chiese Odiva ansiosamente.
"Non mi rispose nulla!" rispose il re
"così andai a casa, mi sedetti a riflettere sulle giare".
"Sì?", disse Odiva
"Improvvisamente,continuò il re capii cosa intendeva la voce quando diceva
'la settima giara è sempre mezza vuota'. 
Significava che per quanto mi impegnassi per riempirla
non sarebbe mai potuta essere colmata, compresi che era una trappola tesa
per farmi desiderare sempre più oro, fino a quando la giara non fosse stata
riempita, non si sarebbe mai sopito il mio desiderio per l'oro".
"Una trappola!", esclamò Odiva.
Sì", continuò il re
"Era una trappola, ma lo compresi, Non mi feci prendere al laccio.
La settima giara era la 'giara del desiderio', e più ottieni l'oro

che desideri, e più aumenta il tuo desiderio".
"Come usciste dalla trappola?", chiese Odiva.
"E' stato molto semplice"replicò il re
"Andai ancora una volta all'albero e dissi alla voce:
'Riprenditi le tue sette giare d'oro. Non le voglio' ".
"E cosa successe?", chiese Odiva.
"'Bene', disse la voce", rispose il re. "
'Le riprenderò indietro.'
E quando tornai a casa, le giare erano sparite".
"Così la settima giara non può essere riempita".disse Odiva, pensieroso.
     "Ne siete veramente sicuro, Vostra maestà?"
"Su questo non ci sono dubbi", replicò il re.
"Rendi quelle giare, Odiva, prima che sia troppo tardi. Sei magro e malato.
Quale bene ti potrà venire da questo desiderio per sempre più oro? 
Rendi quelle giare, ti dico, prima di incappare in problemi ancora più gravi.
"Odiva era molto spaventato dalle parole del re.
Corse nel bosco e arrivato all'albero  e chiese alla voce di riprendersi le sette giare.
"Tutto bene, lo farò", rispose la voce.
Quando Odiva tornò a casale sette giare erano sparite.
E con quelle, naturalmente si era volatilizzato tutto l'oro
che Odiva aveva risparmiato e anche tutti i gioielli di sua moglie!